Sold out per il rapper, sempre al centro delle polemiche per i suoi test spesso volgari e offensivi
Alcatraz già tutto esaurito per la «controcultura» di Fabri Fibra. Lunedì sera il trentaquattrenne rapper di Senigallia sarà in concerto con il suo ottavo album da solista, intitolato appunto «Controcultura», uscito a settembre e arrivato direttamente al numero uno della classifica, dove è rimasto per oltre un mese nelle prime cinque posizioni. «Ho scelto questo titolo», ha spiegato Fibra, «perché sento che si è perso l'ideale che caratterizzava gli anni '70: è sparita la voglia di confrontarsi con gli altri, scambiando opinioni, idee e progetti. Oggi il pensiero delle masse è omologato dal web: non c'è più senso critico, ma solo la frenesia del potere e del successo. Tutti vogliono apparire e mi inquieta che tanti ragazzini mi chiedano se sono ricco: resto allibito a vedere come i soldi riescano ad assorbire le menti».
Autoproclamatosi miglior artista hip hop italiano, Fabri Fibra scatena sempre accese discussioni per i suoi testi spesso volgari, offensivi (soprattutto verso le donne) e a volte omofobici. Canzoni sempre intrise di polemica, che contribuisce ad aumentare la visibilità e la popolarità: nel 2006 il giudice Livia Pomodoro, presidente del Tribunale dei Minori di Milano, ha invitato radio e tv a censurare molti suoi testi, in particolare «Cuore di latta» che parla del delitto di Novi Ligure. Nell'album «Controcultura», fra scandali politici e gossip, affronta pure il caso Englaro. «Non sarò mai "politically correct": esprimo opinioni forti e scomode per stimolare pensieri costruttivi in chi ascolta. Potrei evitare di fare i nomi, ma non inseguo il consenso della massa: preferisco creare movimento nelle coscienze di quei ragazzi che hanno miti vuoti e senza sostanza». Fra i nomi fatti c'è pure Marco Mengoni, invitato dal rapper marchigiano a confessare la sua presunta omosessualità nel brano «Non ditelo» presente in «Quorum», il web-album offerto gratuitamente in estate da Fabri sul proprio sito per lanciare il nuovo disco. «Me ne frego se qualcuno storce il naso sulle mie scelte. Io non ho peli sulla lingua e sarò sempre portatore sano della mia "controcultura"».
Corriere della Sera
Alcatraz già tutto esaurito per la «controcultura» di Fabri Fibra. Lunedì sera il trentaquattrenne rapper di Senigallia sarà in concerto con il suo ottavo album da solista, intitolato appunto «Controcultura», uscito a settembre e arrivato direttamente al numero uno della classifica, dove è rimasto per oltre un mese nelle prime cinque posizioni. «Ho scelto questo titolo», ha spiegato Fibra, «perché sento che si è perso l'ideale che caratterizzava gli anni '70: è sparita la voglia di confrontarsi con gli altri, scambiando opinioni, idee e progetti. Oggi il pensiero delle masse è omologato dal web: non c'è più senso critico, ma solo la frenesia del potere e del successo. Tutti vogliono apparire e mi inquieta che tanti ragazzini mi chiedano se sono ricco: resto allibito a vedere come i soldi riescano ad assorbire le menti».
Autoproclamatosi miglior artista hip hop italiano, Fabri Fibra scatena sempre accese discussioni per i suoi testi spesso volgari, offensivi (soprattutto verso le donne) e a volte omofobici. Canzoni sempre intrise di polemica, che contribuisce ad aumentare la visibilità e la popolarità: nel 2006 il giudice Livia Pomodoro, presidente del Tribunale dei Minori di Milano, ha invitato radio e tv a censurare molti suoi testi, in particolare «Cuore di latta» che parla del delitto di Novi Ligure. Nell'album «Controcultura», fra scandali politici e gossip, affronta pure il caso Englaro. «Non sarò mai "politically correct": esprimo opinioni forti e scomode per stimolare pensieri costruttivi in chi ascolta. Potrei evitare di fare i nomi, ma non inseguo il consenso della massa: preferisco creare movimento nelle coscienze di quei ragazzi che hanno miti vuoti e senza sostanza». Fra i nomi fatti c'è pure Marco Mengoni, invitato dal rapper marchigiano a confessare la sua presunta omosessualità nel brano «Non ditelo» presente in «Quorum», il web-album offerto gratuitamente in estate da Fabri sul proprio sito per lanciare il nuovo disco. «Me ne frego se qualcuno storce il naso sulle mie scelte. Io non ho peli sulla lingua e sarò sempre portatore sano della mia "controcultura"».
Corriere della Sera
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