Ecco ancora un'intervista che troviamo sul sito del corriere.it dove Fibra parla un pò di se, di cosa l'ha portato al successo, esprime anche un giudizio sul nuovo sindaco di Milano, Pisapia.
Le sta andando bene da parecchi anni ormai. Che cosa le ha insegnato il successo?
«A non credere nel successo, la parola stessa indica un qualcosa che è già passato. E a non credere alla finzione televisiva, quella che ormai è fuoriuscita dal piccolo schermo e vive attorno a noi. Intendo l'immagine, gli stereotipi, e tutte quelle cose che frenano questo nostro Paese».
Sul suo profilo Facebook ha coniato il termine «antifan»: si riferisce ai suoi detrattori?
«No, mi riferisco ai fan che attaccano altri fan solo per attirare attenzione o a chi spara sentenze e insulti solo per farsi notare. Internet richiede a tutti protagonismo e questi sono i risultati».
In una data del tour ha discusso con uno spettatore perché disturbava il concerto: era un antifan?
«Non lo so, ma rispetto più lui che chi trascorre le sue giornate attaccato al computer».
Che cosa ha fatto con i soldi che ha guadagnato?
«Sono meno di quanto si pensi. Ho comprato casa a Milano. Il prossimo acquisto sarà uno studio di registrazione».
Ha anche fondato un'etichetta, Tempi Duri.
«Già, perché così sono i tempi in Italia, un ragazzo lo capisce nel momento in cui prova a essere indipendente, a realizzarsi nel lavoro e ad andare a vivere da solo. Ma il nome viene anche da "Hard Times", pezzo dei mitici Run Dmc. Il primo artista che lancerò è Entics, in uscita il 20 settembre con l'album "Soundboy". Il rap è la musica di oggi, è il genere in maggiore espansione, siamo in ritardo di diversi anni sull'Europa, ma meglio tardi che mai».
Oltre alla musica, metterà su famiglia?
«Prima punto a sistemarmi il conto in banca. Molti, invece, si sposano appena possono per poi separarsi appena mancano i soldi».
Vive a Milano da una decina di anni, che cosa pensa del nuovo sindaco Pisapia?
«Non so ancora nulla, se avesse già fatto qualcosa di importante saprei di più. Il problema è che si è perso troppo tempo, negli anni di soldi ne devono essere girati tanti qui, peccato che non siano finiti nella Milano di tutti, ma in quella di pochi. Vivo in una zona, a Milano nord, senza verde pubblico, abbandonata, con cantieri semi-eterni ovunque. Un sindaco non credo possa fare molto contro un intero sistema difettoso. In bocca al lupo».
Le sta andando bene da parecchi anni ormai. Che cosa le ha insegnato il successo?
«A non credere nel successo, la parola stessa indica un qualcosa che è già passato. E a non credere alla finzione televisiva, quella che ormai è fuoriuscita dal piccolo schermo e vive attorno a noi. Intendo l'immagine, gli stereotipi, e tutte quelle cose che frenano questo nostro Paese».
Sul suo profilo Facebook ha coniato il termine «antifan»: si riferisce ai suoi detrattori?
«No, mi riferisco ai fan che attaccano altri fan solo per attirare attenzione o a chi spara sentenze e insulti solo per farsi notare. Internet richiede a tutti protagonismo e questi sono i risultati».
In una data del tour ha discusso con uno spettatore perché disturbava il concerto: era un antifan?
«Non lo so, ma rispetto più lui che chi trascorre le sue giornate attaccato al computer».
Che cosa ha fatto con i soldi che ha guadagnato?
«Sono meno di quanto si pensi. Ho comprato casa a Milano. Il prossimo acquisto sarà uno studio di registrazione».
Ha anche fondato un'etichetta, Tempi Duri.
«Già, perché così sono i tempi in Italia, un ragazzo lo capisce nel momento in cui prova a essere indipendente, a realizzarsi nel lavoro e ad andare a vivere da solo. Ma il nome viene anche da "Hard Times", pezzo dei mitici Run Dmc. Il primo artista che lancerò è Entics, in uscita il 20 settembre con l'album "Soundboy". Il rap è la musica di oggi, è il genere in maggiore espansione, siamo in ritardo di diversi anni sull'Europa, ma meglio tardi che mai».
Oltre alla musica, metterà su famiglia?
«Prima punto a sistemarmi il conto in banca. Molti, invece, si sposano appena possono per poi separarsi appena mancano i soldi».
Vive a Milano da una decina di anni, che cosa pensa del nuovo sindaco Pisapia?
«Non so ancora nulla, se avesse già fatto qualcosa di importante saprei di più. Il problema è che si è perso troppo tempo, negli anni di soldi ne devono essere girati tanti qui, peccato che non siano finiti nella Milano di tutti, ma in quella di pochi. Vivo in una zona, a Milano nord, senza verde pubblico, abbandonata, con cantieri semi-eterni ovunque. Un sindaco non credo possa fare molto contro un intero sistema difettoso. In bocca al lupo».
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