Paolo Madeddu intervista Fabri Fibra sull’ultimo Rolling Stone magazine uscito dove si vedeva il rapper ritratto in copertina.
Sono incuriosito invece da Fabri Fibra, credo – spero – non per giovanilismo. Per carità, generi diversi. In Vip in trip – uno dei brani dell’ultimo album Controcultura
– urla “quale cantautore? Vaf… al rallentatore, vaff…”. Naturalmente i
puntini di sospensione sono miei. Ecco, forse di Fibra mi piace il non
utilizzare puntini e sottintesi pelosi. Insomma mi piace che non faccia
il furbo. E lo riconosce anche Michele Lupi, il direttore di
Rollingstone: “Dice quello che pensa, senza filtri, con uno sguardo
perennemente velato di
timidezza (…) Quando (raramente) capita di
intervistare gente come lui, avverti sempre un brivido di fiducia nel
futuro”.
Un brivido di fiducia nel futuro. Cosa che non avverti quando senti parlare Guccini
dal suo buen retiro di Pavana. “Quanti nostalgici del cazzo ci sono in
giro! (punto esclamativo mio)”, dice Fabri Fibra riferendosi al mondo
della musica, ma si potrebbe estendere il concetto anche alla politica,
al giornalismo, alla cultura. Quanti reduci di qualcosa, ex di questo e
di quello, che mettono le loro mutande al mondo ci sono in tv, nei
giornali, nelle università, nei cortei?
Mi perdonerà il Guccini vero, ma nei fatti di Roma vedo tanti franceschiguccini che
continuano a schitarrare le loro locomotive per la propria platea
pagante, che lanciano la parola e nascondono la lingua, che sì, insomma,
stanno bene nei panni de “la nostra generazione”. Salvo poi nascondersi
pilatescamente e dire che no, maestri noi, ma quando mai?
Poi succede che qualcuno, per stupidità amplificata dalla piazza e
scarsa dimestichezza con i distinguo, le fumosità e le democristianerie
dei sessantottini incanutiti, si faccia prendere la mano. E loro –
allora – nascondono la chitarra nel fodero, dicono no alla violenza,
questi teppisti non sono di sinistra, questi rovinano il movimento. E’
troppo comodo. E’ troppo facile. E’ troppo indiano.
E’ chiaro che anche qua si condanna la violenza, che discorsi.
Però si sta dalla parte della rabbia e del disagio sinceri. E a 40 anni
suonati si è stupidi davvero ad essere incuriositi da Fabri Fibra?
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